Nel mito si legge il volto autentico dell’antichità

Tracciare una mappa culturale del mondo antico, greco e romano, una mappa narrativa «perché costruita attraverso racconti: fondata sulla fiducia che il narrare non si limiti a raccontare fatti o eventi, ma abbia contestualmente la capacità di ‘parlare’ d’altro, della cultura, cioè, che attraverso di essi si manifesta». Così il curatore Maurizio Bettini, Direttore del Centro Antropologia e Mondo Antico dell’Università di Siena, presenta lo scopo che si sono prefissati gli autori del corposo volume Il sapere mitico.

Un’antropologia del mondo antico (Einaudi, pagine 600, euro 30,00). Come afferma Bettini, il lettore si troverà dinanzi a due opportunità: «La prima è quella di leggere, o rileggere, una infinità di racconti meravigliosi, perché il mondo antico ce ne ha lasciati in eredità tantissimi, inutile sottolinearlo (…) La seconda opportunità, certo più originale, è quella di poter leggere tutte queste storie e, contemporaneamente, esplorare i cammini della cultura che le ha generate». Molto interessante è un’altra scelta operata dal curatore, che ha deciso di tenere distinte le testimonianze provenienti dalla grecità da quelle del mondo romano, giudicando fuorviante il richiamo a un’indifferenziata antichità: in conseguenza di ciò, i racconti relativi a ciascun tema affrontato sono suddivisi in due gruppi facenti riferimento alle due civiltà.

Ogni grande categoria culturale presa in considerazione (per esempio, “L’essere umano”), viene a sua volta distinta in varie sottocategorie (in questo caso la nascita, la giovinezza e la vecchiaia, la morte violenta). Le dieci macroaree considerate sono le seguenti: l’essere umano; l’individuo e la collettività; il genere; la parentela; il mondo minerale, vegetale e animale; il divino e la religione; produrre, scambiare, consumare; la salute e la malattia; lo spazio e il tempo; la comunicazione. Particolarmente interessante è il capitolo dedicato alla dimensione del divino e alla questione della religiosità: vi si trovano racconti riguardanti l’origine degli dèi, la purificazione, i riti, la divinazione, il sacrificio; e in questo contesto più che altrove risaltano le differenze tra la cultura greca e quella latina. Come suggerisce Bettini, la struttura del volume fa sì che esso possa essere consultato, oltre che, ovviamente, letto per intero. Così lo studioso o anche il semplice appassionato avranno la possibilità di approfondire un singolo argomento oppure di soddisfare una specifica curiosità: «In ogni caso – conclude Bettini – a rispondere alle domande che porremo sarà sempre una voce narrante: in dialogo costante tra “noi” e “loro” condotto attraverso il medium più ricco e affascinante che la cultura antica ci abbia lasciato in eredità».

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Pubblicato da MOVIMENTO Sacerdoti Sposati

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